Il Ferragosto di Piero.

racconto#5

Author:Sante Paolacci

Category:Storie

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Almeno volevo dormire dopo il turno di questa notte, ma fa troppo caldo in casa. Il sole è violento contro le mura della stanza. Ho mal di testa e i nervi non mi aiutano. I turni appesi da tempo nella bacheca dell’ufficio parlano chiaro: quest’anno il Ferragosto tocca a me. Penso al mio collega Michele con cui condividerò questa festa e i giri sulla volante. Oggi forse anche i ladri andranno in ferie e non avremo troppo da fare.  Lui mi parlerà molto delle sue cento donne e poco della sua ragazza. Come sempre.

Apro la tapparella per far entrare la luce, ma vengo travolto da un’onda di sole e dolore alla testa. Chiudo gli occhi. Mi viene quasi da vomitare.

Non aspettava altro. Piero non aspettava altro che vedere la tapparella aprirsi. Mi butto di nuovo sul letto con le mani sul viso. Da fuori sento “Scatman” una canzone che si sentiva in discoteca nel 1995, e come la sento io, la sente tutto il quartiere. È Piero. Stavolta scendo e gli metto le mani addosso, penso. Piero ha quasi quarant’anni e ne dimostra venti, nel senso che se li porta davvero bene, ma poi se ci parli capisci che ne ha meno di dieci. Ha un ritardo mentale Piero da quando è nato. Non si capisce bene quando parla e con l’avambraccio si pulisce la saliva che produce in eccesso. A Piero piacciono le “onne” e la musica. Per le “onne” (le donne) si affida alla fantasia e per la musica invece è riuscito a mettere in piedi un impianto raccattando pezzi qua e là con un risultato da seicento watt degno di un locale della Romagna. Lo conoscono tutti Piero. E’ educato, cordiale e per questo gli si vuole bene, ma essere suo vicino di casa, a volte, ti fa cambiare idea.

Mi alzo dal letto, apro la finestra ed esco sul balcone. Devo avere una faccia brutta. Guardo sotto e trovo Piero attorcigliato fino al collo da un filo e bandierine colorate. Stava già guardando su verso di me. Se lo aspettava che sarei uscito di lì a poco. Il suo sorriso immenso mi immobilizza. Tutta la tensione mi rimane lì, senza cadere dal balcone.

Viene Acco oggi!” mi urla dal basso. Viene Marco oggi. Marco è suo fratello, quello che vive in Olanda da quando aveva vent’anni. Viene solamente una volta all’anno a Vetralla, per ferragosto. Rimane qui due settimane con sua moglie, una signora olandese con la quale Piero non va molto d’accordo, è “onza” dice. Ma oggi Piero è felice perché verrà suo fratello e come avviene da vent’anni attaccherà al muro quelle bandierine colorate. “Esta pe’ Acco” dice indicandomi l’aggroviglio che ha addosso.

Gli chiedo se può abbassare la musica ché stanotte ho lavorato. “Maette?Mi metti le manette? Faccio sì con la testa e lui va ad abbassare il volume. Sento subito un sollievo vero insieme ad una folata d’aria fresca.

Piero mi chiede di aiutarlo a mettere le bandierine. Non ne ho assolutamente voglia, ma se non lo faccio mi sento una brutta persona. Non ho il tempo di rispondere che mi guarda e ripete “Viene Acco!”

Mi lancia un lembo di quel filo di bandierine e glielo appendo al mio balcone e mentre lo faccio dico troppo serio “Secondo me quest’anno non viene”. Ora Piero mi guarda con gli occhi di chi sta per piangere. Oddio, cosa ho fatto? Adesso mi sento davvero un idiota. Faccio in tempo a dire che sto scherzando e lui è già partito per andare a prendere le lampadine colorate. Attacchiamo pure quelle e poi va ad alzare la musica per vedere l’effetto finale.

Dall’alto del balcone vedo una macchina che sta alzando polvere sulla strada come nei film western. È Marco. È arrivato e sta venendo da Piero. La canzone degli anni ’90 ora è a tutto volume mentre Piero batte le mani e urla il nome di Acco. Quella macchina arriva spedita verso di lui. Piero salta, grida felice con tutta la forza che ha messo via in un anno intero.

Rientro in casa con gli occhi umidi, metto su il caffè prima di tornare di nuovo al lavoro. Penso a Michele che cerca la felicità, a Piero che invece l’ha trovata e a me che aspetto domani in segreto di vederti.

Come sempre.

(La foto è di Martina Cecchetto)

www.flickr.com/photos/martina_brit/

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